Tra penna e spada

Nella ricorrenza del bicentenario dei moti del 1821 un gruppo di studiosi è tornato a riflettere sulla Rivoluzione Piemontese e sulla sua eredità, soffermandosi su due aspetti che Vittorio Alfieri e il suo “figlio spirituale” Santorre di Santa Rosa avrebbero riassunto nel connubio «spada» e «penna», vale a dire l’azione politico-militare e le sue implicazioni letterarie. La prima parte del volume, di contenuto più marcatamente storico, esamina gli eventi del marzo del 1821 da diverse prospettive territoriali per capire come la grande storia si sia riflessa, con specificità diverse, nelle dinamiche militari e amministrative della capitale e delle province sabaude, dal cuneese al canavese, dal saluzzese all’albese, dal fossanese all’alessandrino. Nella seconda sezione, la penna – quella impugnata al posto della spada per servire la patria e quella a cui è affidato il racconto della Rivoluzione – accompagna il lettore in un viaggio alla ricerca delle radici ideologiche e dei riflessi culturali dei moti, per riscoprire il valore etico e civile della letteratura e della memoria.

A cura di Andrea Bertolino, Pierangelo Gentile, Laura Nay, Chiara Tavella